video di Matteo Calì - La Corte di appello di Firenze ha confermato la condanna a 30 anni per Cheik Diaw, il senegalese accusato dell'omicidio di Ashley Olsen, la studentessa americana morta strangolata nel suo appartamento di via Santa Monaca a Firenze nel gennaio del 2016. La Procura Generale aveva chiesto la condanna all'ergastolo.
Oggetto sconosciuto
"Sono felice di questa seconda sentenza che conferma la condanna del responsabile dell'omicidio di mia figlia. Su Ashley sono state dette bruttissime cose, era una ragazza bellissima e buona che l'assassino ha tolto alla famiglia e al suo ambiente. Ashley non se l'era cercata, come è stato detto, sono orgoglioso di lei". Così il professor Walter Olsen, padre di Ashley, che ha ascoltato in aula la sentenza della Corte di assise di appello insieme ai suoi legali, Giacomo Vinattieri e Michele Capecchi. Alla domanda se la famiglia ritiene di aver avuto giustizia, il professor Olsen ha risposto "penso di sì".
Gli avvocati Federico Bagattini e Antonio Voce, difensori di Cheik Diaw, hanno annunciato ricorso in Cassazione. "Abbiamo rischiato l'ergastolo, ma la Corte ha ritenuto che non ci fossero le aggravanti - ha detto Bagattini - La battaglia continua, il terzo ci aspetta in Cassazione e la corte dovrà molto ben motivare le conclusioni dei consulenti medico legali, perchè se non c'è certezza sull'orario della morte, si riapre la partita".