"Ovunque tu sia, qualsiasi cosa tu stia facendo, la tua esistenza dipende dal pianeta oceano. Sì, perché è così che dovrebbe essere chiamato il nostro pianeta visto che il 71% della sua superficie è coperta da quello che ai nostri occhi appare come un immenso, infinito velo blu. Infatti i nostri occhi molto spesso si fermano alla superficie del mare.
Ma se ci immergiamo, scopriamo l'habitat più vasto del pianeta, che ospita ambienti straordinari e tende all'80% delle specie viventi. Un mondo nuovo tra cui c'è la dorsale medio atlantica, la catena montuosa più lunga del pianeta, e ad ogni immersione, nel fondo degli abissi, dove la luce non penetra, scopriamo specie nuove. Più biodiversità che nella foresta tropicale, che oggi si trova seriamente in pericolo. Gli oceani, regolano il clima e la temperatura del nostro pianeta, ma forse non tutti sanno che gli oceani, sono anche il polmone blu del nostro pianeta, infatti il 50% dell’ossigeno che respiriamo viene dal mare, che è anche in grado di assorbire un terzo dell’anidride carbonica che produciamo e rappresenta la fonte di reddito, cibo ed energia per miliardi di persone. Ma da cinquant'anni a questa parte le cose stanno cambiando in maniera drastica e a una velocità mai registrata prima. Il nostro clima si sta distruggendo. Sembrerebbe già abbastanza, eppure l'oceano deve far fronte a un altro problema, che è quello dell'acidificazione delle sue acque, che deriva proprio dalla sua capacità di assorbire anidride carbonica dall'atmosfera, che si trasforma in acido carbonico. Dalla rivoluzione industriale ad oggi le acque dell'oceano sono per il 16 % più acide, e se andiamo avanti così a fine secolo saranno del 170% più acide. Con quel livello di acidità e di ph i coralli praticamente si scioglierebbero in 6 mesi. Pensate alle barriere coralline come le nostre grandi metropoli: occupano lo 0,01 per cento dei fondali marini, ma ospitano il 25% della biodiversità marina. Praticamente una specie su quattro non esisterebbe se non ci fossero le barriere coralline. Incredibile eh? A tutto questo si aggiunge il problema della sovrappesca e della pesca illegale che sono tra le cause principali della perdita di biodiversità animale e della distruzione degli habitat. L’intensità con cui peschiamo, è nettamente maggiore della capacità del pesce di riprodursi. In questo modo entrano in un circolo vizioso che porterà al collasso totale della pesca commerciale nel 2050. Insomma il 2050 è un anno che si preannuncia come anno nefasto e non è ancora arrivato e già vogliamo dimenticarcelo. Ma noi possiamo ancora sistemare le cose, e la soluzione è proprio sotto i nostri occhi: il pianeta oceano. Proprio così, l’oceano è uno strumento che possiamo usare per riparare il nostro clima danneggiato. Fino a qualche anno fa quando si parlava di cambiamenti climatici l'oceano non veniva praticamente quasi mai nominato. E questo è sbagliatissimo perché l'oceano è stato fino ad oggi il nostro più grande alleato nella lotta ai cambiamenti climatici e ora vi dico qualcosa di importante, assolutamente da ricordare. Dalla rivoluzione industriale ad oggi, l'oceano ha assorbito il 93% del calore in eccesso trattenuto dai gas serra. Se non ci fosse stato l'oceano, la temperatura della Terra oggi sarebbe di 36 gradi superiore. C’è un'altra buona notizia: l'oceano ha una capacità in immensa di rigenerarsi, solo se glielo lasciamo fare e possiamo lasciarglielo fare attraverso quelle che si chiamano le aree marine protette. Delle vere e proprie polizze assicurative per il futuro, del nostro oceano e della sua biodiversità. Delle oasi dove il pesce può riprodursi e ripopolare le acque circostanti permettendo all'oceano di riacquistare l'equilibrio perduto. Nelle aree marine protette ben gestite e progettate succede qualcosa di straordinario, aumenta il pesce del 166%, aumenta anche la biodiversità, abbiamo il 21% di specie in più nelle aree protette e un ambiente biodiverso è più in grado di far fronte a cambiamenti globali, stress globali in una maniera più significativa. Quello che è ancora più folle è che ora che ne abbiamo più bisogno, la stiamo distruggendo più veloce che possiamo. Ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare, questo equivale a un camion della spazzatura pieno di plastica che riversa il suo contenuto in mare ogni minuto. Se continuiamo ad andare avanti così nel 2050, a parità di peso, gli oceani conterranno più plastica che pesci. Il 2050 è il nostro countdown, abbiamo ancora 32 anni, e cambiare rotta si può, sappiamo quali sono le soluzioni abbiamo gli strumenti, abbiamo le tecnologie, quello che ancora ci manca è una grande forza di volontà per metterle in atto."