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Il gremio dei Fabbri di Sant'Eligio nella discesa dei Candelieri del 2010

Il gremio dei Fabbri di  Sant'Eligio nella discesa dei Candelieri del 2010У вашего броузера проблема в совместимости с HTML5
A brief abstract concerning the history of the guilds in Sassari. "Quel giorno i cavalcanti, in groppa ai loro più bei cavalli, esguirono davanti a sua Eccellenza, nella piazza del castello, una specie di torneo (giostra, o gioco dell'anello. Poi sfilarono in processione con indosso lunghi mantelli alla spagnola, larghi cappelli, e i capelli al vento, davanti procedevano i loro vessili affidati a un operaio che ha il diritto di portare due spade, una per parte" Paul Valery Viaggio in Sardegna, Nuoro 1996 Le prime associazioni artigiane e operaie segnarono in Sardegna la fine del modello Curtense basato sulla subalternità e sulla sottomissione di manovalanza sfruttata e sottopagata, gestita da un signore padrone, il dominus che gestiva il lavoro dei dipendenti come al tempo degli antichi schiavi che dovevano corrispondere un canone annuo o in denaro e prestare giornate di lavoro chiamate corvées o operae. Le prime società artigiane e mercantili che si riunirono in associazioni organizzate di cui abbiamo notizia in Sardegna sono quelle facenti capo a Cagliari. Nel 1239 i mercanti cagliaritani si costituirono in una compagnia detta "dicta de gamurra" che oltre ad avere forza commerciale postulava allo stesso tempo auto difesa militare e potere contrattuale politico. Il loro parlamento si riuniva nella cattedrale di Cagliari. Ma anche a Sassari alla fine del tredicesimo secolo si intravedono i primi tangibili tentativi di organizzazione mercantile ed associativa. Questo ci viene offerto dagli Statuti Sassaresi del 1294 che regolano i diritti ed i doveri delle associazioni artigiane. Origini e fine del Gremio Sinonimo di maestranzas o confradias, confrarias regolate da statuti che trovano la loro fonte primaria nel diritto barcellonese. Dei gremi sardi si contano 44 Statuti (Casula: La Storia di Sardegna). Essi riguardano i muratori, i falegnami, i fabbri ferrai, i bottai e gli ortolani. Essi riguardano solo cinque città regie che erano Cagliari, Sassari, Alghero, Oristano ed Iglesias, mentre non si ha notizie di Castel Aragonese, Castelsardo e Terranova Olbia. I gremi, secondo lo stesso Casula furono contrastati dalle Società operaie e aboliti con legge apposita nel 1864. A detta del Mattone (La Sardegna Spagnola 1995) l'origine di questi gremi coincide con l'immigrazione nelle città sarde di artigiani catalani, valenzani e maiorchini che avevano deciso di trapiantare le loro attività lavorative in Sardegna La struttura del gremio era particolarmente rigida e selettiva:ne facevano parte esclusivamente i maestri, ossia gli artigiani proprietari di ben avviate botteghe. Solo dopo un lungo tirocinio presso il maestro, regolato da norme consuetudinarie che fissavano gli obblighi reciproci (l'apprendistato dei bambini nelle botteghe coincideva spesso con forme di vera e propria semi-schiavitù),
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